Effettuare regolarmente il backup di Proxmox è indispensabile per preservare la sicurezza dei tuoi dati, evitando rallentamenti e intoppi indesiderati.
Questa piattaforma open source per la virtualizzazione aziendale, che si appoggia sulla tecnologia Linux, è molto diffusa e apprezzata per la stabilità e l’affidabilità. All’interno di ogni versione e di ciascun aggiornamento esiste già la possibilità di eseguire un backup di container e host fisici. Ma perché bisogna farlo e come funziona?
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Backup di Proxmox: perché devi farlo
I dati sono un elemento fondamentale per le aziende. Bisogna salvaguardarli e tutelarli perché un danneggiamento, un attacco malware o un errore al sistema può mettere a rischio l’intero lavoro.
Il backup di Proxmox consente di copiare e salvare tutte le informazioni desiderate e – in caso di problemi ai server, ai device, attacchi esterni – ripristinarle attraverso il disaster recovery, senza che nulla venga perso.
Perché ciò avvenga, però, vanno programmati backup periodici con una certa frequenza.
Cosa includere nel backup?
Di solito, a seconda della necessità e della complessità del sistema, il backup include una copia dei file di lavoro, dei database, delle applicazioni, dei sistemi operativi, delle applicazioni, delle configurazioni e del server fisico. In caso di virtualizzazione, non vanno tralasciate le macchine virtuali, gli host e la console di gestione.
Le nuovi versioni di Proxmox sempre più attente alle novità
Tra i tanti vantaggi di Proxmox c’è la possibilità di predisporre il backup direttamente dalla piattaforma open source, usufruendo dei benefici degli ultimi aggiornamenti. La versione 3.2 del Backup Server, in particolare, rilasciata a inizio 2024, è una soluzione pensata per le aziende e per tutelare sia i contenitori che gli host fisici.
Questo update migliora il sistema di copie di riserva e – grazie a un’attenzione mirata sulla deduplicazione, la compressione Zstandard (ZSTD) e la crittografia autenticata, offre una maggiore garanzia sulla sicurezza del sistema e la gestione dei dati, riducendone anche lo spazio occupato.
Le novità della versione 3.2 di Proxmox Backup Server
Proxmox Backup Server 3.2 aumenta le prestazioni del software. In particolare:
- Automatizza il processo di installazione su bare-metal, distribuendo gli host di backup senza l’accesso manuale ai sistemi (l’ideale per ridurre gli errori e velocizzare i tempi).
- Consente di escludere gruppi di backup specifici, per perfezionare l’uso delle risorse e la loro archiviazione.
- Migliora la panoramica dei lavori, consentendo ai tecnici IT di avere una panoramica chiara e immediata sulle azioni da intraprendere per la manutenzione e l’aggiornamento.
Scopri gli altri update del software, leggi il nostro articolo: Proxmox 8.1: le principali novità
Come si fa il backup su Proxmox?
Come detto, Proxmox offre la possibilità di avvalersi del sistema di backup integrato. In questo caso, bisogna compiere una serie di passaggi:
- definire un archivio in cui andranno salvati sempre i dati (valutando un host dedicato o un server NFS;
- avviare il backup tramite la GUI – o lo strumento da riga di comando “vzdump” – oppure programmare quello automatico (scegliendo giorni e orari specifici, rispetto alle esigenze dell’attività);
- scegliere la modalità di backup migliore (di arresto, di sospensione o istantanea) e la tipologia di crittografia.
Seguirà così la compressione del file (in lzo, gzip o zstd). La funzione di backup di Proxmox consente inoltre di:
- valutare l’opzione di salvataggio manuale o automatico;
- gestire i blocchi dei dati e la tipologia di conservazione del backup (mantenendo tutto o solo gli ultimi dati scaricati);
- proteggere alcuni backup per evitarne la rimozione;
- aggiungere note.
In questo modo, in caso di errori, danneggiamento o perdita (anche parziale) di dati, si può sempre ripristinare una copia salvata per ripartire con il lavoro senza interruzioni né rallentamenti.
Scegli la sicurezza: affidati a un esperto per il tuo backup su Proxmox
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