Il Recovery Time Objective (RTO) è un dato fondamentale da conoscere per un’impresa che opera nel digitale perché consente di massimizzare la gestione del rischio di un sistema IT.
Calcolare l’RTO, infatti, permette ai tecnici informatici di pianificare in modo accurato le azioni da intraprendere in caso di emergenza e di ripristinare le lavorazioni al fine di garantire la continuità aziendale.
Per capire meglio di cosa si tratta, in questo articolo vedremo come si calcola il Recovery Time Objective e quali sono le misure da attuare nel caso si verifichi una problematica inaspettata. Soprattutto, evidenzieremo l’importanza della prevenzione per limitare ed evitare il rischio di inattività.
Recovery Time Objective: cos’è e come si definisce questo dato
Con il termine Recovery Time Objective si identifica il tempo massimo di downtime di un sistema IT a seguito di un guasto, di un danno a un’infrastruttura o di un attacco informatico. In altre parole, coincide con il tempo necessario per ripristinare una rete o un’applicazione e accedere nuovamente ai dati dopo un’interruzione involontaria del sistema.
Si tratta di un indicatore importante che si inserisce all’interno della procedura di disaster recovery ed è utile al professionista per pianificare la strategia di recupero delle informazioni e degli apparati tecnologici di un’impresa.
Nella stima dell’RTO sono coinvolti sia i tecnici che i fornitori dei servizi, ma le tempistiche per la riattivazione del sistema possono cambiare in base alla gravità del danno e alla tipologia delle infrastrutture coinvolte.
Definire questo dato è quindi importante per limitare i danni aziendali. Un RTO troppo esteso, infatti, può generare una serie di problematiche correlate tra loro, come la perdita di informazioni preziose, l’immobilità della produzione, un blocco nell’uso delle mail o dei servizi di fatturazione, con conseguenze anche piuttosto gravi a livello economico e reputazionale.
Qual è la differenza con il Recovery Point Objective?
Il Recovery Time Objective non va confuso con il Recovery Point Objective (RPO) che, invece, corrisponde alla quantità di tempo massimo accettabile per la perdita di dati dopo un guasto o un danno.
Può essere rappresentato anche dalla stima per il ripristino del sistema partendo dall’ultimo backup dei dati.
Come stabilire l’RTO e cosa può influire sui tempi di downtime
Il valore dell’RTO viene definito nella fase del business impact analysis, ovvero durante la valutazione tecnica di un evento potenzialmente dannoso.
Per stabilirlo, l’esperto deve considerare un insieme di fattori, tra cui il tempo di individuazione del problema, la diagnosi, il recovery effettivo e la risoluzione definitiva.
A condizionare il calcolo del Recovery Time Objective sono anche le tecnologie utilizzate, i tempi tecnici necessari per individuare il problema e i bisogni aziendali (un imprenditore, per esempio, può richiedere che vengano ripristinati alcuni servizi prima di altri, come l’assetto produttivo anziché quello amministrativo).
Anche l’eventuale mancanza di un backup e l’assenza di una squadra specializzata nel recupero dei dati, sono elementi influenti.
Se la tua azienda, infatti, non è seguita da tecnici IT dovrai trovare in breve tempo le figure più adatte, disponibili ad agire con urgenza. Un procedimento che allunga ulteriormente i tempi di ripristino delle attività.
Quale impatto può avere RTO sull’impresa
Le conseguenze del Recovery Time Objective possono manifestarsi sull’azienda su più livelli e cambiano in base alla gravità.
Più il valore dell’RTO è elevato, ovvero con lunghi periodi di inattività, e più il business può andare incontro a importanti perdite di fatturato e di clienti, oltre a gestire un eventuale problema di reputazione.
Definire un RTO appropriato, quindi, consente di stimare i valori massimi di inattività accettabili per l’azienda, minimizzando i danni, per poi pianificare le risorse necessarie per impostare backup avanzati, oltre a investire nella virtualizzazione e in tecnologie di monitoraggio per identificare e risolvere tempestivamente eventuali criticità.
Tutte queste azioni consentono di mantenere un RTO basso e di reagire prontamente agli imprevisti, riducendo al minimo l’impatto degli eventuali guasti.
Cosa fare in caso di Recovery Time Objective?
Quando si verifica un’interruzione al sistema o un problema alle infrastrutture informatiche aziendali bisogna attivare il piano di disaster recovery così da assicurare la business continuity.
La tempestività nell’identificare l’origine dell’interruzione è fondamentale per avviare le procedure di recupero. Una volta individuato il problema si metteranno in pratica le misure previste nel piano di continuità operativa (come il ripristino dei dati attraverso il backup).
Come migliorare l’RTO con il giusto professionista
Affidarsi ad esperti di sicurezza informatica qualificati, specializzati nel business continuity e disaster recovery assicura che il Recovery Time Objective rimanga sempre al di sotto del livello critico stabilito e che si possa reagire rapidamente per contrastare ogni tipo di imprevisto.
In Mzero Network possiamo offrirti una consulenza strategica per stimare un RTO realistico e in linea con le esigenze specifiche della tua attività, oltre a un servizio di monitoraggio costante (24 ore su 24, 7 giorni su 7) così da individuare tempestivamente eventuali problematiche e agire nel minor tempo possibile, limitando i danni.
Un’attività proattiva, completa di aggiornamenti di sicurezza e delle infrastrutture, ci consente persino di prevenire eventuali difficoltà, evitando così l’innalzamento dell’RTO.
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